Diari di CineClub – n° 85 Luglio 2020
La prima cosa che viene in mente quando si parla di “accessibilità” è la facoltà e la possibilità di accedere facilmente in un luogo: con una rampa, per i disabili fisici, o i percorsi tattili, per i disabili sensoriali. In breve, un superamento delle barriere architettoniche.
In realtà, quando si parla di “audiovisivo accessibile”, le barriere da superare sono altre.
Andare al cinema a vedere un film è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi per l’intera durata del lungometraggio, è un piacere nonché un’occasione di aggregazione. Ma avete mai provato a guardare un film a occhi chiusi? Se non l’avete mai fatto, provateci almeno una volta. Quanto possono bastare suoni, rumori e dialoghi per capire la “vera” trama del film? Nel doppiaggio, i prodotti audiovisivi stranieri vengono di norma tradotti, adattati e doppiati per renderli comprensibili agli spettatori italiani, per riprodurre le emozioni, le intenzioni e il significato dell’opera originale. Per arrivare a questo risultato, bisogna non solo adattare i dialoghi ai movimenti delle labbra degli attori stranieri, ma anche operare un’attenta elaborazione della lingua.
Nonostante tutto questo lavoro, però, c’è una parte della popolazione che non può godere a pieno di tali opere, perché sensorialmente lesa. È possibile rendere completamente accessibili i prodotti multimediali ai disabili sensoriali? Come si fa a restituire l’interezza di un film, di una serie televisiva o di uno show a chi non può vedere? Ed è appunto qui che entra in gioco questa particolare forma di “traduzione audiovisiva”, l’audiodescrizione, che, per ciechi e ipovedenti, ha lo scopo di tradurre in parole le immagini che scorrono sullo schermo. Grazie all’audiodescrizione, gli spettatori con disabilità visiva possono fruire di tutti i contenuti con la stessa completezza degli utenti normodotati. Questo servizio rende accessibili eventi culturali e prodotti multimediali, tra cui opere teatrali, cinetelevisive, installazioni museali (ecc), tramite una traccia audio che descrive ciò che accade sullo schermo o dal vivo, lasciando liberi suoni, rumori e dialoghi, poiché solo la combinazione armoniosa di tutti questi fattori può trasmettere al cieco grandi emozioni.
L’audiodescrittore,deputato alla redazione del testo audiodescritto, è definibile come: “un professionista altamente formato che descrive oggettivamente quanto accade in scena, traducendo in parole le azioni, il linguaggio del corpo, le espressioni del viso, l’ambientazione e gli abiti, nel pieno rispetto del destinatario, delle linee guida europee e italiane, nonché dell’opera originale”. Il testo redatto viene poi affidato all’abilità di speaker / voci narranti, tecnici del suono, fonici di doppiaggio, sincronizzatori e mix… per incidere, sincronizzare e missare l’audiodescrizione con il prodotto. Si evince che, il lavoro nel campo dell’accessibilità audiovisiva richiede alta formazione e cooperazione tra diverse figure professionali, che si interfacciano e si confrontano al fine di restituire agli utenti prodotti di qualità.
La “magia” dell’audiodescrizione richiede ingredienti specifici: misura, rispetto delle regole, conoscenza dei codici filmici e sensibilità, perseguendo la tortuosa strada che porta a una cultura senza barriere. Che non lasci indietro nessuno; che faccia del “tutti inclusi” non solo un diritto evocato, ma un dovere istituzionale e aziendale, a partire dalle major e dalla grande catena dei multisala per arrivare al televisore di casa nostra.
Laura Giordani
Adattatrice dialoghi italiani presso Walt Disney Co., Responsabile Ufficio Edizione CineTv presso Royfilm srl e Audiodescrittrice presso Artis Project; scrittrice e sceneggiatrice, attualmente lavora alla stesura del suo IV libro.
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